Il V-day dell’otto settembre di Beppe Grillo è stata una scossa tellurica nei confronti del mondo dei partiti e dei loro sacerdoti, che però ancora, chiusi come sono nella loro casta, rifiutano di capire cosa sta montando intorno al castello e che scosse di ben più elevata intensità potrebbero travolgerli.
Certo l’approccio di Beppe Grillo è stato pesante, sin dal titolo della manifestazione e dalla scelta di una data altamente simbolica. Ma Beppe Grillo è un comico e ha tentato di smuovere, anche con l’arte dell’ironia e del sarcasmo, un mondo paludato e autoreferenziale.
Si parla di antipolitica. Certo se come politica si intende solo quella che sono “capaci” di produrre gli attuali partiti, allora si, Beppe Grillo è antipolitico. Ma se la politica viene considerata come impegno a favore della collettività e come proposta per migliorare le condizioni di vita dei cittadini, allora credo che Beppe Grillo sia “politico”.
Se quelli che oggi si stanno stracciando le vesti, invece di concentrarsi sui loro equilibri di potere, avessero avuto l’umiltà di ascoltare gli umori della gente, di frequentare non solo il blog di Beppe Grillo ma le voci di protesta che si moltiplicavano nella rete forse si sarebbero resi conto di quanto gli italiani sono stanchi.
Prima del V-day, sul blog di Beppe Grillo si è discusso dei normali problemi che interessano le persone: le truffe dei bond Parmalat, i prodotti alimentari pieni di piombo, i farmaci, le truffe delle finanziarie, l’inquinamento e le fonti rinnovabili, l’ingiustizia dell’indulto. Sono stati creati addirittura dei forum di discussione e di proposta sui temi più importanti, le cosiddette “primarie dei cittadini”, i cui risultati sono stati portati e presentati a Palazzo Chigi. E’ stata pura azione politica, perché ha partecipato la gente, quella stessa gente che ha consacrato il successo del V-day. Ed è stata un’azione politica dal basso, fuori dagli schermi televisivi dei tg e dai salotti tv, dove parlano solo i membri della casta. Che dire, poi, della proposta di escludere dal parlamento i condannati e di limitare il numero massimo delle legislature a due? Sono iniziative di legge popolare, firmate da più di trecentomila persone, istituto previsto dalla nostra Costituzione.
Si è detto che il V-day è stata un’azione volgare, infarcita di volgarità. Anche qui domina l’ipocrisia tutta italiana. Ci scandalizziamo delle parolacce, quando son ben altre le cose che dovrebbero recare scandalo. Bisognerebbe poi sentirli i politici quando apostrofano gli altri con parolacce e imprecazioni. Anche la Cassazione, adeguandosi al “nuovo costume”, recentemente ha sentenziato che certe “parole forti” pronunciate da un Sindaco sono espressioni di critica politica.
Eugenio Scalfari ha poi sollevato il pericolo di squadrismo. Mi pare una considerazione fuori luogo e senza alcuna attinenza con la realtà, forse destata dalla paura del precipizio in cui il sistema, anche quello dell’informazione, rischia di precipitare.
E allora il sistema dovrebbe ringraziare Beppe Grillo perché offre a tutti un’occasione per fare un serio esame di coscienza, per adottare le riforme necessarie, per ristabilire condizioni di equità sociale, per eliminare i privilegi, per riconsiderare il rapporto con i cittadini su base partecipativa.
Dovrebbe rappresentare un forte stimolo anche per il nascente partito democratico, nato con le migliori intenzioni, ma subito assaltato per la corsa verso il posto al sole, dove la partita si sta giocando ancora una volta, soprattutto in Calabria, tra gli apparati, senza un serio dibattito, senza partecipazione, con i soliti noti a menare le danze.
Il grillo parlante, nel racconto di Collodi, tentava di mettere in guardia Pinocchio. Anche i nostri politicanti hanno il naso lungo e vorrebbero schiacciare il grillo. Ma forse è meglio che tentino di capire e di cambiare prima che sia troppo tardi.
p.s.: a Mastella sembra che la cosa non interessi se, immediatamente dopo il V-day, prende un aereo di stato per godersi, insieme al figlio, il gran premio di Monza e se ha appena chiesto il trasferimento del dott. De Magistris dalla Procura di Catanzaro. Non sarebbe meglio se trasferissero lui dal Ministero della Giustizia?
(Sabato, 22 settembre 2007)