E’ vero, nella vita è sempre una questione di stile. Lo stile è il nostro modo di stare al mondo. Ma ci sono almeno due modi di intendere il significato di “stile”. C'è chi lo concepisce in modo esteriore, limitato banalmente, per esempio, al tipo di abbigliamento indossato, all’automobile con la quale si va in giro, a "gonfiare" i propri immaginari "talenti", insomma al modo con il quale ognuno di noi prova ad “apparire” agli altri. E’ una concezione superficiale dello stile che tende a dare agli altri una certa immagine di sé, immagine che il più delle volte poi non coincide con quello che si è davvero. L’altra dimensione dello stile è quello che rende una persona unificata nel suo essere e nel suo apparire. In questo caso lo stile si matura nell’intimità del proprio cuore, con pazienza e perseveranza, per poi esprimerlo pienamente nel rapporto con gli altri. Tutte e due gli stili possono essere “costruiti”. Il primo si fonda su quello che possediamo materialmente, sulla “roba”, su ciò che millantiamo, o meglio su quello che vogliamo dimostrare agli altri di avere, non prevede una ricerca interiore in se stessi e se le cose dovessero andare male verrebbero alla luce tutte le miserie della nostra condizione. Si, possiamo dirlo: siamo nel campo dell’ipocrisia. E’ uno stile vuoto, senza consistenza, come diceva Gesù da “sepolcri imbiancati”. Il secondo trova le sue ragioni nell’essere e l’essere, come qualsiasi altro aspetto delle nostre vite, può cambiare perché ci richiede un continuo discernimento, una fatica, una continua ricerca che è comunque sempre parziale e che non sempre ci consente di arrivare a delle risposte, ma ciò che conta è non avere “due facce”, avere un cuore integro per non restare al mondo come persone dilaniate. E’ ciò che possiamo chiamare: “coerenza”. Pur cambiando qualche volta opinione, si mantiene la propria identità, ci si mostra agli altri per quello che si è in quel momento: si chiama pure “onestà intellettuale”.
Tutte e e due le concezioni di stile non solo possono essere costruite, ma possono durare a lungo. Lo stile vuoto, mancante, senza saldi fondamenti nel proprio cuore può essere mantenuto per tutta la vita. Ma in questo modo si vive un’esistenza fondata sulla “frode”, prima di tutto verso se stessi. Le persone che incontriamo ricevono un’idea della nostra realtà distorta e diversa da quella che è nella sostanza e più passiamo il tempo ad alimentare il nostro ego, più perdiamo la nostra stessa vita autorecludendoci in un prigionia senza luce, privandoci consapevolmente della nostra dignità. Se, invece, riusciamo a mantenere uno stile esteriore conforme al nostro cuore, allora saremo davvero liberi da ogni catena e affidabili, senza maschere, conserveremo la nostra vita anche quando saremo ad un passo dalla morte, anche quando saremo aldilà della morte.
(Sabato, 13 febbraio 2021)