Siamo nel pieno dell'emergenza sanitaria, forse ancora di più che nel 2020. Ancora però ci sono governi, regioni e persone che pensano di potersi salvare da soli "scavalcando" tutti gli altri. Ma da soli non ci si salva mai. La comunità internazionale (se ancora esiste) dovrebbe trovare un modo per sospendere (almeno temporaneamente) i brevetti sui vaccini, perché il vaccino è un diritto universale che va assicurato a tutte le persone. E' vero che la ricerca costa, ma i governi occidentali hanno già pagato profumatamente i loro ordini mentre le multinazionali farmaceutiche e i loro manager stanno facendo profitti da capogiro, e comunque invece di finanziare armi e guerre potrebbero "investire" i soldini per salvare vite umane. Il solo programma "Covax", cioè quote di vaccini destinate ai paesi più poveri, non è sufficiente, anzi sembra il solito modo ipocrita per lavarsi la coscienza. La salute di ognuno di noi dipende sempre dalla salute "globale".
p.s: il personale sanitario dovrebbe avvertire forte il dovere morale di vaccinarsi, e ogni cittadino dovrebbe aspettare dignitosamente il proprio turno (sperando che arrivi molto presto).

(Sabato, 27 marzo 2021)

La Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul del 2011 per la prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne. Era stato il primo paese ad aderire. Lo ha stabilito un decreto dell’autocrate Erdogan, uno degli uomini più crudeli al mondo. Secondo il provvedimento, la Convenzione mina l’unità e la sicurezza nazionale e “danneggia i valori della famiglia tradizionale”. È la dimostrazione che quando forze retrive, nazionalistiche e religiose, con i loro accoliti, prendono il potere anche i più elementari diritti umani rischiano di essere messi in discussione e fare marcia indietro. Il corpo delle donne da sempre “spaventa” il potere patriarchiale sia politico che religioso, è "tollerato" solo quando considerato un proprio possesso per esercitatarvi su di esso predominio e violenza. In fondo non sono altro che dei vigliacchi paranoici, pericolosi e criminali.

(Domenica, 21 marzo 2021)

Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni (Giobbe 42,17).

Mi ha sempre affascinato questa conclusione del libro di Giobbe. Dopo i dolori e gli strazi subiti, le beffe degli amici e la forza di non rassegnarsi alla sua già assunta “colpevolezza”, il dialogo con Dio che alla fine “premia” la sua ribellione e condanna il “moralismo” di Elifaz, Bildad, Zofar e Eliu, Giobbe è reintegrato nella pienezza della dignità della sua persona e possiamo dire che muore “felice e contento”.

La formula “vecchio e sazio di giorni” la ritroviamo anche alla fine delle storie di Abramo (Genesi 25,8) e di Isacco (Genesi 35,29). Ciò probabilmente vuol dire che è significativa nel racconto che ci viene proposto, vuole suggerirci qualcosa, non è neutra. La vecchiaia e la sazietà dei giorni non sono limitate all’aspetto cronologico e materiale, ma vanno estese per ricomprenderle in un significato più ampio. E’ la pienezza della vita, la certezza di avere vissuto una vita bella e gradita al Signore. Una vita non spezzata dalle inevitabili difficoltà e sofferenze che presenta, ma proiettata sempre e comunque verso il bene. Anche i dubbi e i possibili momenti di incredulità non recidono il legame con il Signore che rimane sempre vivo e operante. Proprio grazie a questo legame si può vivere nella grazia e nella certezza che Dio sempre ci ama. In questo senso la vita può essere anche molto breve, com’è stata quella di Gesù, ma la luce del Signore la illumina, la trascende, la rende viva e vivificante non solo per sé ma anche per gli altri. Solo il legame intimo con il Signore ci consente di fare il salto di qualità, perché proprio di un salto di qualità si tratta. Se riusciamo a tenere accesa nel nostro cuore la fiammella dell’amore verso Dio e verso il prossimo non possiamo avere più alcuna paura e non avere paura ci consente di vivere nella piena dignità di uomini e di donne liberati e liberate. E’ questo il grande salto, ciò che fa la differenza. Allora si, potremo dire che, come Abramo, Isacco e Giobbe, moriremo vecchi e sazi di giorni e nella certezza di avere vissuto veramente, di non avere sprecato la nostra esistenza.  

(Sabato, 6 marzo 2021)

E’ vero, nella vita è sempre una questione di stile. Lo stile è il nostro modo di stare al mondo. Ma ci sono almeno due modi di intendere il significato di “stile”. C'è chi lo concepisce in modo esteriore, limitato banalmente, per esempio, al tipo di abbigliamento indossato, all’automobile con la quale si va in giro, a "gonfiare" i propri immaginari "talenti", insomma al modo con il quale ognuno di noi prova ad “apparire” agli altri. E’ una concezione superficiale dello stile che tende a dare agli altri una certa immagine di sé, immagine che il più delle volte poi non coincide con quello che si è davvero. L’altra dimensione dello stile è quello che rende una persona unificata nel suo essere e nel suo apparire. In questo caso lo stile si matura nell’intimità del proprio cuore, con pazienza e perseveranza, per poi esprimerlo pienamente nel rapporto con gli altri. Tutte e due gli stili possono essere “costruiti”. Il primo si fonda su quello che possediamo materialmente, sulla “roba”, su ciò che millantiamo, o meglio su quello che vogliamo dimostrare agli altri di avere, non prevede una ricerca interiore in se stessi e se le cose dovessero andare male verrebbero alla luce tutte le miserie della nostra condizione. Si, possiamo dirlo: siamo nel campo dell’ipocrisia. E’ uno stile vuoto, senza consistenza, come diceva Gesù da “sepolcri imbiancati”.  Il secondo trova le sue ragioni nell’essere e l’essere, come qualsiasi altro aspetto delle nostre vite, può cambiare perché ci richiede un continuo discernimento, una fatica, una continua ricerca che è comunque sempre parziale e che non sempre ci consente di arrivare a delle risposte, ma ciò che conta è non avere “due facce”, avere un cuore integro per non restare al mondo come persone dilaniate. E’ ciò che possiamo chiamare: “coerenza”. Pur cambiando qualche volta opinione, si mantiene la propria identità, ci si mostra agli altri per quello che si è in quel momento: si chiama pure “onestà intellettuale”.

Tutte e e due le concezioni di stile non solo possono essere costruite, ma possono durare a lungo. Lo stile vuoto, mancante, senza saldi fondamenti nel proprio cuore può essere mantenuto per tutta la vita. Ma in questo modo si vive un’esistenza fondata sulla “frode”, prima di tutto verso se stessi. Le persone che incontriamo ricevono un’idea della nostra realtà distorta e diversa da quella che è nella sostanza e più passiamo il tempo ad alimentare il nostro ego, più perdiamo la nostra stessa vita autorecludendoci in un prigionia senza luce, privandoci consapevolmente della nostra dignità. Se, invece, riusciamo a  mantenere uno stile esteriore conforme al nostro cuore, allora saremo davvero liberi da ogni catena e affidabili, senza maschere, conserveremo la nostra vita anche quando saremo ad un passo dalla morte, anche quando saremo aldilà della morte.

(Sabato, 13 febbraio 2021)

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CHIESA EVANGELICA VALDESE


 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per leggere

I sentieri della meditazione

Comunità di Bose

Un'introduzione alle via cristiane, induiste e buddiste della meditazione. Se meditare oggi è quasi una "moda", ci viene invece spiegato come la meditazione ha le sue profonde radici nella fede e nella spiritualità. Talvolta è necessario un maestro e bisogna gestire con rigore e prudenza il desiderio di percorrerne ogni via passando da una spiritualità all'altra. (27 agosto 2024)

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Roberto Esposito

I volti dell'avversario - L'enigma della lotta con l'Angelo

Genesi 32,23-33 racconta di una  lotta tra Giacobbe, uno dei patriarchi di Israele, ed un misterioso personaggio al guado dello Iabbòq. Chi è costui? Un altro uomo, un dio, un angelo, un demone, l'ombra di Giacobbe stesso. L'autore compie un complesso percorso, anche con l'aiuto della psicanalisi, dell'arte e di altri scritti che in qualche modo richiamano la vicenda o la ricordano, per tentare di spiegare ciò che è successo. Ma la spiegazione, come per tutte le altre storie della Bibbia, va trovata nel proprio cuore attraverso i propri occhi e la propria sensibilità.  (28 giugno 2024)

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Pietro Stefani

David Assael

Storia culturale degli ebrei

Undici capitoli (i primi sette curati da Pietro Stefani e gli altri quattro da Davide Assael) in cui è condensata una storia millenaria. Una storia affascinante che aiuta a comprendere anche l'attualità. In continua tensione tra universale e particolare. (6 maggio 2024)

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Primo Levi

Il sistema periodico

Un vero e proprio capolavoro. Tra la chimica e l'autobiografia, Primo Levi si destreggia meravigliosamente nelll'arte della scrittura. (19 marzo 2024)

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Franco Cardini

Marina Montesano

Donne Sacre

L'esclusione delle donne dal sacerdozio religioso, non ne ha impedito il "protagonismo" nella veste di donne sacre, donne che trascendono l'umano e che possono essere tanto fonte di luce che di tenebre. (5 febbraio 2024).

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Francis Scott Fitzgerald

ll grande Gatsby

Chi era davvero questo Gatsby? Sicuramente un uomo innamorato di Daisy. Ma poi? La domanda rimane irrisolta anche alla fine del romanzo. (16 dicembre 2023)

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Gustavo Zagrebelsky

Qohelet - La domanda

Una lettura fuori dai "canoni" della teologia. Tutto è vanità, niente altro che vanità. Tutto nel Qohelet gira intorno al vuoto e al non senso dell'esistenza e anche della morte. Solo chi è disponibile a provare davvero le gioie e i dolori della vita può sfuggire all'inesorabile sentenza dell'Ecclesiaste. (11 dicembre 2023)

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A cura di Guido Ceronetti

Il Cantico dei Cantici

Il Cantico dei Cantici nella sua dimensione erotica, mistica, sapienziale. (11.11.2023)

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Adin Steinsaltz

Cos'è il Talmud

Una bella passeggiata che ci introduce all'origine, ai contenuti, alle scuole, ai metodi dell'interpretazione del Talmud. Il Talmud, conclude l'autore, non è mai stato completato, perché l'interpretazione procede sempre. (1 novembre 2023)

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Valeria Tron

L'equilibrio delle lucciole

Di fronte alle crisi delle nostre vite una fonte di riparazione può diventare il ritorno in quei luoghi dove ci è possibile riscoprire chi siamo. Così fa Adelaide che, dopo una storia d'amore fallita, ritorna nella sua Val Germanasca dove ritrova Nanà che, in una dimensione di aiuto reciproco, la restituisce alla vita e all'amore. (30 agosto 2023)

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Roberto Breschi

Un prete al Sinodo Valdese

Un prete cattolico e il suo incontro con l'ecumenismo. Il significato della sua pluriennale partecipazione al Sinodo delle Chiese Metodiste e Valdesi. (28 agosto 2023)

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Lidia Maggi

Protestantesimo

Partendo da un excursus sui "4 Sola" della Riforma di Lutero, l'autrice ci conduce per mano ed in modo semplice a comprendere il significato delle varie diramazioni che la Riforma ha poi preso. L'agevole volume si conclude con alcune considerazioni sullo stato delle chiese protestanti in Italia, ma soprattutto sul significato autentico e attualizzato dello "scisma" della chiesa d'occidente del XVI secolo. (17 agosto 2023) 

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