Il disonore della guerra
Bisogna avere cura delle parole, ma anche curare le parole malate. "Guerra" dove è il tuo "onore", qual è il tuo "orgoglio"?
(Giovedì, 4 novembre 2021)
Bisogna avere cura delle parole, ma anche curare le parole malate. "Guerra" dove è il tuo "onore", qual è il tuo "orgoglio"?
(Giovedì, 4 novembre 2021)
Esiste il Paradiso, cioè un “luogo” nel quale il Signore ci restituirà alla nostra condizione di felicità primordiale e “adamitica” e dove saremo in perfetta armonia con tutti gli altri esseri viventi e con l’intero Universo? Io credo di si, ma penso pure che se dentro di noi riusciremo a trovare un equilibrio e una pacificazione che ci possa liberare dalle paure e dalle angosce di questa vita terrena, allora potremo cominciare a pregustare il futuro che Dio riserva per noi. E’ un lavorio, una lotta interiore che richiede tempo e impegno, ma non dobbiamo e non possiamo rinunciarci.
(Sabato, 23 ottobre 2021)
12 Paesi europei (Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia e Repubblica Slovacca) hanno chiesto all'Unione Europea di investire fondi comunitari nella costruzione di muri e filo spinato per "difendersi" "dall'invasione dei migranti". E' una proposta indecente, anche perché, con le nostre "politiche" militari e di sfruttamento delle risorse, siamo in parte artefici delle migrazioni che poi respingiamo facendo pure "accordi" impronunciabili e omicidi con la Libia e la Turchia. Tra l'altro i leaders di alcuni di questi Paesi si autodefiniscono "cristiani" e "difensori" della cristianità, vergogna e indignazione allora aumentano a dismisura perché Cristo non alza barriere contro nessuno, anzi ci invita a costruire ponti di accoglienza e di umanità.
(Sabato, 9 ottobre 2021)
Essere credenti cristiani e contemporaneamente laici. Si può? Penso proprio di si, a patto che ci si ispiri radicalmente all’esperienza e alla testimonianza di Gesù almeno su due aspetti. Il primo è quello che riguarda l’assoluta nonviolenza del suo messaggio. “…Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano…” (Matteo 5,44) è uno dei paradigmi del pensiero di Gesù. Se si amano i propri nemici, se si prega per loro, non si può scatenare alcun tipo di violenza contro di loro, non solo fisica ma nemmeno verbale. In questo senso la fede è davvero un affidamento fiducioso al "totalmente altro", non un’arma in mano al potere religioso per escludere gli altri, per rivendicare il proprio primato, il mezzo utilizzato per opprimere nel corso dei secoli le persone libere e che ancora oggi pretende, in molti suoi aspetti, l’esclusività. La fede è tale solo se è libera, se non esclude, se riesce ad esprimersi senza scatenare guerre di religione, senza presupporre i “propri” privilegi. E’ uno spazio di autentica convivenza, di ascolto e di amore che si colloca su un piano di perfetta parità con l’altrui pensiero che ha pienamente il diritto di esprimersi e di interrogare anche il credente.
Il secondo aspetto è proprio quello della "laicità" di Gesù. In fondo non era “il figlio del falegname”? Non era un sacerdote, non era uno scriba, non era un anziano, non aveva alcun rango religioso e/o politico. Ha insegnato e predicato semplicemente percorrendo le strade polverose della Palestina, tra e con gli uomini, le donne, i bambini e le bambine che incontrava. Solo dopo la sua morte, pian piano, lo hanno fatto entrare nell’orbita del sacro, lo hanno separato dall’umano e hanno fatto in modo che solo persone “specializzate” nel sacro potessero “gestirlo” sacralizzando, perché era necessario, anche questi “specialisti”. Ma il sacro non è in grado di tendere alla fede ne tantomeno di alimentarla, può solo amministrare la religione, proprio perché crea delle barriere tra gli uomini e Dio. Queste barriere possono rendersi evidenti, come è successo tante volte nella storia, ma possono anche essere rese invisibili e impalpabili, ma non per questo sono meno invadenti, possono essere inoculate subdolamente nel corpo sociale anche con parole suadenti per permettere alla classe religiosa di mantenere quel che resta del suo potere, un potere forse leggero ma non meno pervicace. Gesù, da laico, ci ha invece lasciato una Parola che libera e che ci fa stare al mondo da persone libere, responsabili, nonviolente. Su questa Parola si fonda la fede, su questa Parola possiamo fondare le nostre vite.
(Sabato, 18 settembre 2021)