Sabato, 02 giugno 2007
Giovedì sera ho seguito la puntata di Anno Zero che si occupava del documentario della BBC “Sex crimes and Vatican”. E’ stata una sofferenza immensa.
Possedevo già il video da qualche settimana avendolo scaricato da google video, ma dopo la visione dei primi cinque minuti rimandavo di vedere il resto di giorno in giorno. Evidentemente c’era una paura recondita in me, quella di scoprire direttamente alcune vicende terribili che riguardavano la mia Chiesa Cattolica. Sapevo della storia dei preti pedofili americani e di qualche altro episodio, ma forse abitava in me il rifiuto di assistere a testimonianze dirette da parte di persone che avevano subito violenze sconvolgenti.
Ho visto però Anno Zero e il disagio provato è stato grandissimo. Prima di tutto per le afflizioni fisiche e le umiliazioni morali subite dalle vittime, poi perché non riuscivo a capire perché la Chiesa ha cercato di coprire quelle vicende gravissime, invece di agire con determinazione nei confronti degli autori dei crimini evitando che gli episodi si ripetessero e tutelando così i bambini e le comunità.
La trasmissione, aldilà di quanto si potesse immaginare prima, pur nella sua drammaticità non avuto eccessi, non è stata quell’attacco alla Chiesa che molti disegnavano. Anzi, penso proprio che aver portato a conoscenza dell’opinione pubblica alcuni fatti non possa che fare bene alla Chiesa perché la costringerà ancor più a riflettere ed a adottare, di fronte a crimini così abietti, reazioni più decise.
La Chiesa non è stata sminuita nell’autorevolezza della sua missione. Conosciamo il bene che fa in tutto il mondo, sempre in prima linea nella diffusione della solidarietà ed a sostegno e difesa degli ultimi. Penso anzi che un’altra trasmissione in prima serata andrebbe dedicata alla Chiesa missionaria, ai tanti sacerdoti innamorati del Vangelo e impegnati nel suo annunzio sino al sacrificio della vita. Proprio per questo, però, non è tollerabile la copertura interna di comportamenti abominevoli che violano proprio i più deboli ed indifesi: i bambini.
Monsignor Fisichella, ospite della trasmissione, ha definito “criminali” quei preti che si sono resi responsabili degli episodi di pedofilia e ha aggiunto che non sarebbero dovuti mai diventare sacerdoti. Queste affermazioni sono pienamente condivisibili. Ma perché allora la Chiesa non si è comportata coerentemente? Perché, invece di adottare dei semplici provvedimenti di trasferimento da una parrocchia all’altra, non ha scomunicato e allontanato da ogni comunità quei preti, come peraltro ha fatto con alcuni teologi per motivazioni molto meno importanti e solo per aver espresso delle posizioni dottrinali “poco ortodosse”?
La Chiesa ha il dovere e la responsabilità morale di fare pulizia, perché i preti pedofili tradiscono la loro missione e i loro stessi fratelli, perché abusano della debolezza di persone innocenti e della fiducia che si riconosce loro, perché violano per sempre l’anima e la dignità di coloro che hanno ricevuto in affidamento. Tale dovere e tale responsabilità non contrastano con la misericordia perché questa si manifesta nella capacità di esser vicino ad ogni uomo, anche nelle sue miserie, ma non esclude, anzi impone, l’urgenza di tutelare le vittime e di evitare che altre persone subiscano.
Come credenti e cattolici dobbiamo pretendere questa pulizia. Gesù in Matteo 18, 5-6, in una delle affermazioni più dure della sua predicazione dice: 5“E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio accoglie me. 6Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli si fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare”.