“Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!” (Matteo 23,37).
Questo versetto può essere trasposto, pari pari, a quello che è successo a don Lorenzo Milani, un autentico profeta dei nostri tempi. Domani ricorre il cinquantesimo anniversario della sua morte. Le parole pronunciate, in settimana, da Papa Francesco a Barbiana sono molto significative, nonostante il “solito” accanimento terapeutico del cardinale Betori. Resta però il grande nodo, la gigantesca contraddizione: quella dei cappellani militari. Sono sacerdoti arruolati nelle forze armate, equiparati agli ufficiali e ricevono uno stipendio a carico dello Stato. Se la chiesa cattolica vuole davvero, nei fatti, rivalutare l’esperienza pastorale di don Milani, deve rimuovere questa pietra d’inciampo, questo scandalo rispetto alla nonviolenza evangelica. Don Lorenzo pagò con la solitudine e la sofferenza anche per questo, in particolare per la lettera ai cappellani militari. Se ne ricava un compendio della nostra storia sempre di stretta attualità, il cui cuore, secondo me, è questo: “Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto, senza essere richiamati dalla Curia, di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto”. Chi desidera, ne può leggere il testo integrale.
(Domenica, 25 giugno 2017)