Qualcuno il 27 gennaio scorso, in qualche post su facebook, si chiedeva perché si dovesse ricordare, fare memoria del male assoluto. Per spiegarlo vorrei solo proporre questa poesia, forse impropriamente attribuita a Bertold Brecht:
"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare".
Ecco perché io devo ricordare, perché "La vera misura della vita è il ricordo" (Walter Benjamin).

(Domenica, 29 gennaio 2017)

Stamattina a "Tutta la città ne parla" di Radio3, si discuteva anche dell'ora di religione nelle scuole. Personalmente, sono d'accordo con chi sosteneva che l'insegnamento della religione cattolica andrebbe sostituito con l'approfondimento della storia delle religioni (di tutte le religioni) o, ancora meglio, delle culture religiose. Ciò potrebbe aiutare ad avere una comprensione del mondo che non sia solo quella occidentale, a guardare con occhi che non siano solo quelle del "nostro" mondo che tanto ama "esportare" la democrazia con le armi e poi piange sulle conseguenze "indotte" che ci ritornano indietro come boomerang. D'altronde, iscriviamo i nostri figli all'ora di religione per convenzione, perché "ci pare brutto", perché ancora, specialmente al sud, così fan tutti. Seguendo la trasmissione radiofonica, ad un mese dal referendum del 4 dicembre, ho pensato anche che bisognerebbe ormai sgombrare il campo dai Patti Lateranensi, trovando il modo di revisionare l'art. 7 della Costituzione. Sarebbe un modo per affermare, finalmente, la laicità dello Stato e una liberazione anche per la stessa chiesa cattolica che, come istituzione, è sempre legata a filo doppio con il potere. E' successo pure in occasione del referendum costituzionale: la maggior parte delle associazioni e dei movimenti cattolici era schierata per il si e, per fortuna, ha perso sonoramente.

(Venerdì, 6 gennaio 2017)

“Le disuguaglianze e il riscaldamento sono le principali sfide del nostro tempo”- scrive il noto economista francese T. Piketty. Da qui la necessità di stipulare trattati internazionali che consentano di rispondere a queste sfide promuovendo un modello di sviluppo sostenibile. Da questo punto di vista, l’Accordo commerciale tra Canada e Unione Europea (CETA) è un trattato di altri tempi. E va quindi respinto.”
Piketty, autore del noto studio Il Capitale del XXI secolo, motiva così questo suo giudizio sul CETA. “Il trattato è di natura strettamente commerciale e non contempla alcuna misura vincolante sul piano monetario o climatico.”
Penso che Piketty abbia colto, in poche parole, il perché il CETA vada respinto al mittente. E’ questo il momento di farlo. Infatti il 30 ottobre si sono chiusi a Bruxelles i negoziati portati avanti, per sette anni, in maniera quasi segreta, dalla Commissione Europea e dal governo canadese. Questo nonostante le proteste popolari e mediatiche culminate nella coraggiosa opposizione del Parlamento Vallone, purtroppo superata dal Sì del Belgio alla condizione però che l’ok finale dovrà essere dato non solo dai parlamentari del Canada e della UE, ma anche da quelli dei 27 paesi della UE. Ora tocca al Parlamento europeo discuterlo ed approvarlo, facilmente a fine gennaio/inizio febbraio. Per questo è necessario far montare, come abbiamo fatto per il TTIP (Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti ), una campagna mediatica contro il CETA.
Ma dobbiamo fare uno sforzo grande per informare i cittadini sul perché rifiutiamo questo Accordo. Questo trattato è prima di tutto un grande regalo alle multinazionali e una lotta al ruolo e alle competenze dei governi ed enti locali. Il trattato infatti prevede l’abbattimentio delle cosidette ’barriere non tariffarie’. Questa è un’espressione precisa per definire l’attacco al diritto al lavoro, alla difesa dei beni comuni e dei servizi pubblici come acqua, scuola, sanità. Il Trattato poi prevede il diritto delle multinazionali di chiedere compensazioni agli Stati contro  l’espropriazione indiretta’ dei profitti previsti. Una clausola che consente alle multinazionali di citare gli Stati davanti a tribunali arbitrali. Il CETA poi contiene clausole che impediscono la ripubblicizzazione dei servizi idrici, ferroviari….
Inoltre l’Accordo prevede un ‘Forum sulla cooperazione regolatoria’ che istituzionalizza l’influenza delle lobby nel processo legislativo. In poche parole il CETA consentirebbe ad almeno 40 mila multinazionali USA tra le quali Coca Cola, Wal Mart e tante altre di ottenere grandi benefici nei 27 paesi della UE. Questo Accordo  poi, se approvato dal Parlamento europeo, aprirà le porte agli altri due Trattati ancora più pericolosi: il TTIP (Partenariato Commerciale USA-UE ) e il TISA (Accordo sul Commercio dei Servizi).
Il TTIP è ora su un binario morto, sia per la forte opposizione popolare sia per l’arrivo di Trump. Ma in questo momento i prestigiatori finanziari potrebbero tirar fuori dal cilindro il più pericoloso di tutti i trattati : il TISA che impedirebbe i monopoli pubblici (educazione nazionale) e fornitori esclusivi di servizi, anche a livello regionale e locale(per esempio le municipalizzate per i servizi idrici).
Come cittadini non possiamo accettare l’approvazione di questi accordi il CETA, TTIP, TISA che consegnerebbero l’Europa e il mondo alle sole logiche del mercato. E’ proprio quanto Papa Francesco bolla con tanta forza : ”l’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria.”
Se vogliamo bloccare questa deriva, dobbiamo fermare ora il CETA che apre le porte a tutto il resto. Il tempo è breve, febbraio è alle porte. Per informazioni ulteriori basta entrare nella rete#stopttipItalia che porta avanti anche la campagna contro il CETA. Mobilitiamoci! E’ quanto ci invita a fare Papa Francesco, che parlando al terzo Congresso Mondiale dei Movimenti Popolari tenutosi a Roma il novembre scorso ha detto: “Quando strillate, quando gridate, quando pretendete di indicare al potere una impostazione più integrale, allora non ci si tollera più tanto perché state uscendo dalla casella, vi state mettendo sul terreno delle ‘grandi decisioni’ che alcuni pretendono di monopolizzare in piccole caste.”
Insieme ce la possiamo fare.
(Pubblicato nell'aggiornamento settimanale di www.ildialogo.org del 12 dicembre 2016)
(Lunedì, 12 dicembre 2016)

Ci sono situazioni nella vita di ognuno di noi che non riusciamo a comprendere, che possiamo provare a cambiare, ma non sempre ci riusciamo. Tentiamo di discernerle, di approfondirle, ma come le giriamo e le rigiriamo restano ferme sempre là, quasi a prenderci in giro, a sbeffeggiarci e a renderci manifesta la nostra piccolezza.

In una lettura, ho trovato questo testo anonimo che va oltre i nostri limiti e che ci può aiutare a mantenere, comunque, ferma la speranza.
"Ho sognato che camminavo in riva al mare con il mio Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia quattro orme, le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto due sole orme, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: “Signore, io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?”. E lui mi ha risposto: “Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho mai abbandonato: i giorni nei quali vedi soltanto due orme sulla sabbia, sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”.

(Lunedì, 24 ottobre 2016)

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CHIESA EVANGELICA VALDESE


 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I sentieri della meditazione

Comunità di Bose

Un'introduzione alle via cristiane, induiste e buddiste della meditazione. Se meditare oggi è quasi una "moda", ci viene invece spiegato come la meditazione ha le sue profonde radici nella fede e nella spiritualità. Talvolta è necessario un maestro e bisogna gestire con rigore e prudenza il desiderio di percorrerne ogni via passando da una spiritualità all'altra. (27 agosto 2024)

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Genesi 32,23-33 racconta di una  lotta tra Giacobbe, uno dei patriarchi di Israele, ed un misterioso personaggio al guado dello Iabbòq. Chi è costui? Un altro uomo, un dio, un angelo, un demone, l'ombra di Giacobbe stesso. L'autore compie un complesso percorso, anche con l'aiuto della psicanalisi, dell'arte e di altri scritti che in qualche modo richiamano la vicenda o la ricordano, per tentare di spiegare ciò che è successo. Ma la spiegazione, come per tutte le altre storie della Bibbia, va trovata nel proprio cuore attraverso i propri occhi e la propria sensibilità.  (28 giugno 2024)

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Pietro Stefani

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Undici capitoli (i primi sette curati da Pietro Stefani e gli altri quattro da Davide Assael) in cui è condensata una storia millenaria. Una storia affascinante che aiuta a comprendere anche l'attualità. In continua tensione tra universale e particolare. (6 maggio 2024)

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Cos'è il Talmud

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Partendo da un excursus sui "4 Sola" della Riforma di Lutero, l'autrice ci conduce per mano ed in modo semplice a comprendere il significato delle varie diramazioni che la Riforma ha poi preso. L'agevole volume si conclude con alcune considerazioni sullo stato delle chiese protestanti in Italia, ma soprattutto sul significato autentico e attualizzato dello "scisma" della chiesa d'occidente del XVI secolo. (17 agosto 2023) 

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