"Aiutiamoli a casa loro".
Il problema che loro una casa non ce l'hanno più. Prima di parlare, bisogna ascoltarle le loro storie con tutto il carico di sofferenza e di dolore. I loro bimbi sono stati privati dell'infanzia, le loro famiglie separate, i loro migliori amici uccisi dalla stupidità della guerra. Hanno solo il cielo sopra di loro, il mare che può inghiottirli e noi che dobbiamo scegliere da che parte stare. Poi hanno ancora una piccola, grande speranza: quella di un futuro migliore e soprattutto quella di tornare da dove sono partiti, quando la guerra, quando le violenze saranno finite, perché il loro cuore è rimasto sempre lì.
(Domenica, 23 luglio 2017)