In Siria tutti combattono contro tutti e nessuno ne uscirà vincitore. Le terribili immagini che stanno passando sotto i nostri occhi di distruzione e di famiglie completamente annientate, rappresentano la sconfitta della nostra umanità. E torna sempre la stessa domanda: Perché?

Qui per sottoscrivere l’appelo di Amnesty volto a fermare i bombardamenti di Ghouta

(Giovedì, 1 marzo 2018)

Lettera aperta

Al Generale

Danilo Errico

Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano

Via XX Settembre, 123/A  –  00187 ROMA

Egregio Generale Danilo Errico,

abbiamo letto sul sito dell’Ordinariato Militare che Lei “ha messo in evidenza come la missione dei militari al servizio della pace sia simile a quella dei sacerdoti“. Parole pronunciate in S. Pietro lo scorso 15 febbraio, in occasione della solenne Celebrazione presieduta dal Cardinale Segretario di Stato e concelebrata dall’Ordinario militare e da tanti cappellani militari.

Ci sentiamo offesi dalle Sue parole. Dal suo paragone tra il nostro essere sacerdoti e ‘la missione dei militari’.  Sono vocazioni e scelte di vita radicalmente diverse.

Noi siamo preti, già coordinatori nazionali di Pax Christi. No, la nostra idea di pace non è per nulla vicina alla Sua.

La nostra scelta di essere preti è per annunciare Cristo nostra pace (una pace Made in Cielo, come diceva don Tonino Bello, già presidente di Pax Christi),  non per servire progetti di guerra o difendere ‘interessi nazionali ovunque minacciati o compromessi’. Non ci coinvolga, per favore, in progetti e situazioni con cui non abbiamo nulla da condividere. Abbiamo il massimo rispetto per le persone che scelgono la vita militare, ma non venga a tirarci per la giacca.

Se vuole comandare, essendo Lei il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, comandi e dia le direttive nel Suo campo, ma lasci stare noi e tutti quelli che come noi credono a lavorano per la pace in tante situazioni, anche difficili, e non si affidano a missioni di pace armate… che con la pace non hanno proprio nulla a che vedere, come la prossima missione in Niger.

Siamo convinti che la chiesa non debba avere nessun compromesso con la logica folle della guerra, anche se oggi mascherata con la parola pace.

Siamo nel centenario della fine della Prima Guerra mondiale, ‘inutile strage’.

La storia ci sia maestra di vita.

Per i credenti e per i preti, dai tempi della Pacem in Terris la guerra è ‘alienum a ratione’ (pura follia),come ebbe a scrivere S. Giovanni XXIII che paradossalmente avete eletto patrono di chi persegue la pace ridotta a figlia degenere della guerra.

Generale Errico, come uomini, come credenti e come preti Le rinnoviamo, con rispetto ma con altrettanta fermezza, il nostro signor no!

 17 febbraio 2018

 Renato Sacco, parroco a Cesara e Arola (Vb),

attuale coordinatore nazionale di Pax Christi,

  1. Nandino Capovilla, parroco a Marghera (Ve),

già coordinatore nazionale di Pax Christi

  1. Fabio Corazzina, parroco a Brescia,

già coordinatore nazionale di Pax Christi

  1. Tonio Dell’Olio, Presidente Pro Civitate Christiana, Assisi,

già coordinatore nazionale di Pax Christi

(Domenica 18 febbraio 2018)

ll 27 gennaio scorso, Giornata della Memoria, il Comune di Catanzaro ha concesso la sala della biblioteca comunale all'esponente neofascista di Casa Pound, Simone Di Stefano. Si è trattato di un atto gravissimo e offensivo che non può non essere stigmatizzato da chi ha a cuore i valori assoluti dell'antifascismo sui cui è fondata la nostra Costituzione Repubblicana. Mi chiedo perchè, come se lo sono chiesto i sopravvissuti delle persecuzioni nazifasciste: perchè è successo, perchè io sono vivo e tanti altri no? E' stato un perchè che per decenni si sono tenuti nel cuore e in gola. Solo dopo tanti anni hanno cominciato a "gridarlo" pubblicamente. Quel perchè ha scosso le coscienze di tutto il mondo, ci ha messo di fronte alla vergogna e alla disumanità. Per questo perchè l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 60/7 del 1° novembre 2005, ha proclamato il 27 gennaio di ogni anno come Giornata internazionale per ricordare le vittime dell'Olocausto. Io ora mi chiedo perchè il Comune di Catanzaro ha deciso di concedere la biblioteca ad un'organizzazione neofascista proprio nella Giornata della Memoria del 27 gennaio. Non possiamo sottovalutare, non più. Ormai è uno stillicidio continuo di episodi e parole che tentano di minare i valori da cui è nata la nostra Costituzione Repubblicana. In questi valori c'è la lotta contro il nazifascsimo, c'è la lotta contro ogni forma di discriminazione, c'è anche il rifiuto come male assoluto di ciò che ricordiamo il 27 gennaio, che è una data simbolo e, come tutti i simboli, esprime un comune sentire, un sentimento condiviso. La decisione del Comune di Catanzaro è andata contro questo simbolo, ha creato un "equivoco", ha permesso che un disvalore potesse essere messo al posto di un valore, quelo della memoria di un genocidio che ha ucciso milioni di persone prima, durante e anche dopo. Secondo uno studio del 2013 dell'Holocaust Memoriale Museum di Washington, studio che sarà pubblicato in sette volumi nel 2025, potrebbero essere tra 15 e 20 milioni le persone imprigionate o uccise dai nazifascsiti. L'olocausto non è stato solo Auschwitz, ma un sistema grande e complesso, un sistema di cui molte persone erano a conoscenza e al quale vi hanno preso parte e per il quale molti Paesi hanno allestito una propria rete di campi proprio per dare corso alla "soluzione finale". Il fascismo ha avuto un ruolo di protagonista assoluto in tutto questo, non c'è stato niente di buono in quel regime. Le leggi razziali e le deportazioni sono state le naturali conseguenze di una dittatura crudele, liberticida, criminale e assassina, come ha ben sottolineato di recente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Se leggiamo il manifesto della razza, ci vengono i brividi solo a pensare che qualche essere umano lo abbia solo potuto ideare e concepire, eppure è avvenuto. Benito Mussolini, confidò a Galeazzo Ciano che l'aveva quasi completamente redatto lui. Evidentemente il virus, da cui sono stati affetti milioni di persone, è ancora vivo e "anime belle" stanno provando ad inocularlo di nuovo nel nostro corpo sociale, politico ed economico. Lo dimostra l'intitolazione di strade a Pino Rauti, lo dimostrano le recenti dichiarazioni di Attilio Fontana, di Sergio Pirozzi, di tal Riccardo Iaccarino, tutti candidati a ricoprire una carica istituzionale della nostra Repubblica, che, ricordiamolo ancora una volta, è antifascista. Allora se questo virus è ancora vivo e lotta tra di noi, noi siamo chiamati ancora di più a lottare ed a somministrare in dosi abbondanti gli antibiotici della democrazia, dell'antifascsimo e perciò dei valori costituzionali.

(Mercoledì, 31 gennaio 2018)

L'altro ieri, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato parole cristalline ed inequivocabili che mi sento di condividere, perché la nostra Costituzione Repubblicana é antifascista e la più alta carica della Repubblica ha fatto bene a ricordarlo.

«Sorprende sentir dire, ancora oggi, da qualche parte, che il fascismo ebbe alcuni meriti ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l’entrata in guerra. Si tratta di un’affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile. Razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi, ma diretta e inevitabile conseguenza. Ci fu la complicità di organismi dello Stato, di intellettuali, giuristi, magistrati, cittadini asserviti. In troppi tacquero, restarono indifferenti. Non si può dimenticare né nascondere quanto accadde, con la nostra storia dobbiamo fare i conti... tutti noi abbiamo il dovere di riconoscere quanto di terribile e disumano fu fatto allora.”

(Sabato, 27 gennaio 2018)

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CHIESA EVANGELICA VALDESE


 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

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