Mai più
80 anni fa le odiose leggi razziali, che esclusero docenti e studenti ebrei dalle scuole italiane: una testimonianza per tenere viva la memoria e per vincere l'indifferenza.
"Nel settembre 1938 avevo 7 anni e mi accingevo a frequentare la terza elementare. Quello che racconto è un giorno di scuola del 1938 che è rimasto nei ricordi non solo miei, ma penso di molti altri bambini frequentatori della scuola elementare "Michele Coppino” di Torino del quartiere Crocetta. Uno dei primi giorni di ripresa della scuola del settembre 1938, quando il direttore didattico attraverso l’altoparlante, che allora era obbligatorio in ogni classe e con il quale ci facevano ascoltare i discorsi di Mussolini, ci chiamò nell’aula magna, che non era una vera aula magna ma la palestra della scuola dove erano state disposte file di sedie e dove ci siamo accorti di una stranezza che non era mai successa prima: gli insegnanti andavano a sedersi nelle prime file davanti e non con la classe. Gli insegnanti, dopo aver accompagnati i bambini, si erano staccati dalle proprie classi e si erano andati a sedere nella prima e nella seconda fila. Ottenuto il silenzio completo, il direttore didattico, che ha in mano dei fogli, ci dice che un signore, che è l’istruttore della razza, ha delle comunicazioni da farci. Questo signore sale sulla pedana e ci avverte che i nomi che verranno letti saranno i nomi di bambini, che dopo aver sentito il proprio nome devono raggiungere la porta in fondo alla palestra, uscire, poi andare a prendere nell’aula le proprie cose e lasciare la scuola che avrebbero lasciato per sempre perché sarebbero stati esclusi da tutte le scuole del regno. L’evento è stato di questo tipo: i nomi venivano pronunciati, il bambino o la bambina si alzava, andava verso la porta che era stata indicata, la apriva, usciva, la chiudeva. Il colpo psicologico più forte e più indimenticabile per me in quel momento, starei per dire contro quello che noi ci aspettavamo, è stato che nessuno degli insegnanti si è voltato, nessuno degli insegnanti ha tentato un cenno di saluto, nessuno ha detto vengo ad aiutarti a prendere le tue cose e a vedere che non dimentichi niente, nessuno ha voluto esserci, voltavano la schiena, restavano immobili e guardavano davanti a se. Questa è stata la parte più terribile della lezione terribile di quella mattina." (Furio Colombo - trascrizione dalla puntata del 12 settembre 2018 di Tutta la città ne parla - "Il primo giorno di (non) scuola" - (Radio Tre).
(Giovedî, 13 settembre 2018)