La strage del 7 ottobre: un
femminicidio di massa.
Anche i racconti della Shoah alla fine della seconda guerra mondiale, facevano fatica ad essere ritenuti veritieri, tale era il tasso di orrore, e gli stessi sopravvissuti avevano "timore" a raccontare perché qualche efferato aguzzino aveva detto loro che comunque non sarebbero stati mai creduti.
"Non si può restare in silenzio" è l'appello di un gruppo di donne, tra cui la drammaturga e regista milanese Andrée Ruth Shammah, insieme a Silvia Grilli, Alessandra Kustermann e Anita Friedman, che chiede che le violenze compiute dai miliziani di Hamas contro le donne israeliane nell’attacco del 7 ottobre – stuprate, mutilate, oltraggiate prima di essere uccise – sia dichiarato “femminicidio di massa” e che gli autori “siano condannati per tale reato”.
Hanno già firmato, tra gli altri, Corrado Augias e Massimo Recalcati, Natalia Aspesi e Concita De Gregorio, e poi ancora Riccardo Muti e Stefania Sandrelli, Gabriele Salvatores, Letizia Moratti.
E' un testo duro e crudo, ma è ciò che è realmente successo.
Il testo dell'appello "Non si può restare in silenzio"
"Il 7 ottobre le donne non sono state uccise come gli altri civili durante l'attacco di Hamas a Israele. Sono state sottoposte a violenze di gruppo che hanno loro frantumato i bacini, le loro gambe sono state divelte, le loro vagine dilaniate con i coltelli, i loro seni asportati e usati per giocare a pallone. Sono state esibite nude sulle strade. I militanti di Hamas hanno urinato sui loro corpi, li hanno cosparsi di sperma. Le hanno decapitate, bruciate, smembrate. Prese in ostaggio, durante la prigionia sono state ancora molestate e oltraggiate. Anche i loro cadaveri sono stati vituperati. Il mondo non ha voluto credere all'orrore. La verità è stata negata, nonostante le prove: i video che mostrano cadaveri con vestiti strappati, gambe divaricate, vagine in vista, volti carbonizzati. Poche voci si sono alzate per denunciare la violenza di genere, nonostante i filmati degli interrogatori in cui i terroristi ammettevano di aver voluto violentare le donne per sporcarle, nonostante le testimonianze raccolte dalla polizia, nonostante i racconti dei sopravvissuti. Nonostante, da ultima, l'inchiesta del quotidiano New York Times che conferma l'orrore a cui sono state sottoposte le israeliane. Qualsiasi opinione abbiate sul conflitto, qui non si tratta di prendere una posizione politica. Qui si tratta di sottoscrivere che ci opponiamo sempre, in ogni caso, alla violenza di genere. Le violenze di Hamas non sono stati eventi isolati, ma un piano studiato per oltraggiare le donne. Chiunque condanni la violenza di genere non può rimanere indifferente, o girare la testa dall'altra parte. Se credi che la vita di ogni donna abbia un valore, unisciti a noi in quest'appello per affermare che nessuno stupro debba essere legittimato, chiunque ne sia l'autore. Non si può restare in silenzio. Lo dobbiamo alla memoria di tutte le nostre sorelle, anche quelle israeliane. Il femminicidio del 7 ottobre deve essere dichiarato femminicidio di massa e gli autori devono essere condannati per tale reato.
Chi lo desidera, può sottoscrivere l'appello
qui
(Sabato, 6 gennaio 2024)