La vicenda di Emanuela Englaro, la ragazza che dal 1992 vive in uno stato di incoscienza, ha destato un acceso dibattito, soprattutto dopo la recente sentenza della Corte di Cassazione che in pratica ha dato il via libera all’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale. E’ un confronto acceso, quasi di natura ideologica, tra chi considera lo stop alle macchine alle quali è attaccata Emanuela un omicidio e chi è convinto che invece si tratta di un gesto di alta dignità e civiltà. Volano anche accuse e affermazioni pesanti, assolutamente fuori luogo, verso il papà di Emanuela che, suo malgrado, è esposto a un circo mediatico che inesorabilmente tutto trasforma e deforma.
Ma oltre alle due posizioni se ne può rivendicare una terza, quella di non esprimere giudizi, di vivere la storia solo con un profondo senso di pietà, di permettere l’oblio affidandosi esclusivamente alla preghiera.
(Sabato, 22 novembre 2008)