Il tempo di settembre è stato sempre un tempo diverso da tutti gli altri dell’anno. E’ un tempo al quale rimandiamo i nostri cambiamenti, è un tempo in cui ci ripromettiamo di dare una svolta alle nostre vite. E’ un tempo durante il quale tutto è riprogrammato, tutto riparte per una nuova stagione di progetti e di impegni.
Le ferie sono volate via come un tempo sospeso durante il quale abbiamo provato a scaricare le tossine accumulate e a ritemprarci psicologicamente e fisicamente, un tempo dove non siamo stati inseguiti da scadenze, dove ci siamo riappropriati della nostra libertà.
Ed ora eccolo qui, settembre. In tutta la sua bellezza e potenza ad interrogarci sui nostri propositi, a chiedere di rimetterci in gioco, a sfidarci su ciò che avevamo promesso, a testare la solidità della nostra voglia di cambiare. Nonostante sapevamo benissimo che sarebbe inesorabilmente arrivato, come sempre, ci trova spiazzati, malinconici e di nuovo immersi nel già fatto, nel già visto, in quella terribile routine che è capace di soffocarci e deprimerci. E’ come uno schiaffo in piena faccia che rischia di svegliarci dai nostri sogni per abbandonarci esclusivamente alla realtà di ogni giorno che per un attimo ci è parso possibile dimenticare.
Dobbiamo fare uno sforzo per attutire lo schiaffo, per impedire che ci privi del nostro diritto a sognare e a immaginare le nostre vite ricolme di bellezza, di quella bellezza che da sola può dare un senso a tutto e che promana dalla nostra anima quando è finalmente libera di volare oltre i confini della quotidianità, per continuare davvero a desiderare un tempo nuovo.
(Domenica, 7 settembre 2008)