Per un attimo ho sperato che il sogno si avverasse, quando Benedetto XVI ha detto, ad un milione di pellegrini nella spianata di Bresso: “Auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e di vicinanza ai divorziati. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica”.
E qui, il Papa, si è fermato! Cosa mancava per dire: “Lascio ai vostri Vescovi e Pastori la possibilità del perdono, della assoluzione”. Molti separati e divorziati sono fedeli veri, alcuni addirittura fedelissimi.
Una buona direzione spirituale e una conoscenza profonda della loro storia, dovrebbe rasserenare tutti, Pastori e fedeli e permettere il salto, il gesto, il passaggio dalla comunione spirituale alla comunione completa, assumendo il Corpo e il Sangue di Cristo.
Niente. Tanto affetto, tantissimo calore umano, frasi inedite e commoventi, ma il gesto dovrà attendere ancora. O meglio, spero che debba attendere. Sarebbe, almeno secondo me, traumatico, se non arrivasse.
Peccato! Per i tanti preti-rifugio, ai quali centinaia di fedeli (ripeto: fedeli) si rivolgono, implorando l’eucarestia, l’occasione era straordinaria e unica. La chiesa, ancora una volta, ha preferito essere più maestra che madre.
Pare (sono poco obiettivo e sereno) che la regola valga più della misericordia e la chiarezza debba essere privilegiata per evitare dubbi e scandali “dei pusillanimi”. Lo stesso Papa si è dichiarato impossibilitato a passi ulteriori.
Perfino chi ha fatto la regola, poi si sente inadatto nel dichiarare eventuali eccezioni: nonostante tutti i codici prevedano, serenamente, eccezioni? Non sono teologo e tanto meno giurista. Mi sembrava però che, alcune premesse, spalancassero il cuore.
Dentro al perdonare “settanta volte sette” oltre all’abbraccio al figlio che torna dopo aver distrutto amori, fiducia e patrimonio, non ci sta anche l’invito alla mensa unica per qualche altro figlio che si è distrutto e ha bisogno di un Padre che lo ricostruisca?
Forse la comunione spirituale come da anni ci dicono: non è la solita formuletta ma molto di più. Sempre secondo me, ultimo prete della chiesa, se c’è una cosa che deve coniugare interamente anima e corpo, è la vicinanza a Dio, il quale Dio si è fatto cibo, proprio per i più poveri, piccoli, sofferenti, lontani. Dio non si accontenta di comunioni spirituali, altrimenti non sarebbe venuto in terra.
Il Vangelo è un libro di teologia o è la storia di un Cristo fatto uomo, per portare a suo Padre i fratelli dispersi? Molti si sono accontentati di quelle frasi del Papa e della dolcezza con la quale sono state pronunciate. Io, purtroppo, mi aspettavo e mi aspetto, che le frasi vengano superate dai gesti!
(26 luglio 2012)
(Gaetano Rocca)