La Bibbia è ancora il libro più venduto e più letto al mondo, ma per noi uomini di questo tempo continua ad avere qualcosa da dirci? Certo, si può leggere la Bibbia per un interesse culturale, come un qualsiasi classico della letteratura mondiale, ma se anteponiamo “Sacra” è perchè sicuramente proviamo a leggerla con gli occhi della fede. E’ questa seconda modalità di cui mi interessa scrivere. Per un credente ha ancora senso accoglierla come un testo normativo, o meglio una lettura che può guidare il suo modo di stare al mondo? E, soprattutto, riusciamo a trovare nei suoi testi, scritti da uomini che hanno vissuto in tempi lontani dai nostri, l’anelito divino, quello spirito che “trasforma” le parole umane in un sentiero lungo il quale Dio ci illumina il cammino? Io penso proprio di si, se riusciamo a cogliere il significato che quelle parole, scritte ormai tanti secoli fa, assumono per noi qui e ora. Qualcuno parla di “rivelazione progressiva”, in particolare Joel Oseram, come qualcosa la cui vena non si esaurirà mai, ma anzi continuerà sempre a dirci cose nuove e a parlarci di Dio e delle sue manifestazioni nella storia umana ma solo se noi siamo in grado di ascoltare il soffio dello spirito, quello che Elia percepì sul monte Sinay (1Re 19,11-13) e che rivela il vero volto di Dio che è “un mormorio di vento leggero”. Per udirlo però è necessario porci nella dimensione del silenzio e dell’ascolto profondo, senza affannarci a cercare le cose straordinarie ma lasciandoci condurre dolcemente a comprendere i segni con i quali questa “vocina di Dio” si manifesta nel quotidiano. Se poi riusciamo ad ascoltarla non possiamo non testimoniarla. E’ un soffio che ci cambia, che ci provoca nell’intimo e ci consente di avere uno sguardo sempre nuovo sul mondo, ma pur sempre ancorato ad una parola che ci rende davvero liberi, che non ci incatena proprio perché è una parola di libertà. La Parola non ci costringe, non ci tiene stretti dentro spazi angusti e claustrofobici ma ci apre sempre verso terreni e tesori inesplorati. Tocca a noi evitare di rinchiuderla e rinchiudere Dio stesso nella nostra dimensione finita, nelle nostre piccolezze, nei nostri fondamentalismi, perché Dio è inafferrabile e nessuno può pensare di contenerlo. La Sacra Bibbia non ci dice come dobbiamo comportarci una volta per sempre, non è un pilota automatico o un navigatore che basta innescare per seguire la strada “giusta”, ma se poniamo tutto ciò che avviene nelle nostre vite e nell’universo alla luce del suo discernimento allora ne possiamo ricavare un “metodo”, “un insegnamento” per provare a vivere una vita piena e bella insieme agli altri, di relazione con gli altri e con tutto ciò che ci circonda, magari sbagliando e cadendo più e più volte ma sempre pronti a rialzarci e a rimanere comunque fedeli al Signore del tempo e della storia.
(Martedì, 15 ottobre 2019)