sabato, 30 dicembre 2006
Sono rimasto veramente turbato dalle immagini dell’esecuzione capitale di Saddam Hussein.
Chi ha scritto il copione di ciò che da qualche ora scorre ininterrottamente nelle televisioni e nei siti web di tutto il mondo, ha preparato un rito macabro, carico di un buio simbolismo arcaico.
Mi sembra di essere piombato in un evo che ritenevo lontano, in un luogo dove la civiltà è scomparsa e la barbarie regna incontrastata. Ciò non perché non sento ogni giorno di violenze e di brutalità nei confronti di miei simili, ma perché questa volta l’assassinio porta la firma della nostra cultura cosiddetta occidentale, che riteniamo essere la più avanzata di tutte. E’ la violenza di stato, è la violenza di una democrazia che pretende di essere esportata con le armi, è la negazione di ogni principio umanitario, di ogni fondamento del diritto internazionale.
Mi si dirà: guarda che Saddam è stato un sanguinario che non ha avuto alcuna pietà per le sue vittime; è stata fatta giustizia, ha avuto quello che si è meritato!
Io dico che la vendetta non è giustizia, che nessun uomo, nessuna religione, nessuno stato ha il diritto di violare la vita altrui, anche quando si è macchiata dei più orribili delitti. Nessuno ha il diritto di toccare Caino!!!
Solo a Dio spetta il giudizio. Lui ci ha comandato: non uccidere. Il Suo comando è rivolto a tutti indistintamente e a difesa di qualsiasi vita.