Sabato 23 giugno 2007
Martedì 19 giugno, il Segretario della Cgil Guglielmo Epifani, intervistato da Rai 3 durante lo sciopero generale regionale, affermava che in Calabria è necessaria una svolta radicale perché la nostra regione è agli ultimi posti in tutti gli indici economici nazionali, non reggendo nemmeno il confronto con le altre regioni del meridione.
Mi sono ricordato che le stesse cose le diceva il nostro attuale governatore durante la campagna elettorale del 2005 per il rinnovo del consiglio regionale e che io, come migliaia di altri calabresi, gli abbiamo creduto conferendogli un ampio mandato perché la svolta promessa potesse essere realizzata.
Qualche ora dopo avere ascoltato Epifani, trovo sul numero 24 de ”L'Espresso” un’enorme pagina pubblicitaria della regione Calabria nella quale compaiono sorridenti alcuni ragazzi e ragazze in camicia e maglia bianca attraversati da un messaggio in rosso: “ultimi della classe? sì, siamo calabresi” e poi “gli ultimi saranno i primi”.
Sono rimasto sconcertato. E’ la prima volta che vedo un ente o un’azienda fare la reclame delle proprie cose negative, è la nemesi della pubblicità. Per la serie: “facciamoci del male”.
Mi si potrà dire: guarda che è una provocazione, anche perché poi c’è il motto evangelico secondo il quale gli ultimi saranno i primi.
A parte che è già di cattivo gusto scomodare il Vangelo per usarlo in uno slogan pubblicitario, ma poi la vera provocazione è fatta ai calabresi che sono stanchi di vacue promesse e che tanto meno possono essere contenti di spendere i loro soldi, invece che in iniziative di sviluppo, in fumo. Non voglio pensare, poi, alle risate che qualcuno al nord si sarà fatto.
Certo la Calabria ha bisogno di rifarsi un’immagine, ma è con le realizzazioni concrete che si diventa anche più belli, non certo con certe campagne pubblicitarie che mi ricordano quelle delle ferrovie dello stato, bellissime, ma poi i treni e i servizi…
E allora, caro governatore, più arrosto e meno fumo.