Quello che è successo a Rosarno in questi giorni rappresenta un'altra grave ferita al cuore della Calabria. E' stato smentito il falso mito dell'accoglienza, quello che un pò tutti noi, quando tentiamo di difenderci per le cose negative che ci imputano, accampiamo come somma virtù della nostra gente. Virtù che è sparita in un attimo, soffocata dalla prepotenza dei forti e degli sfruttatori e dalla flebile voce di coloro che potevano, potevamo parlare. Siamo stati tutti a guardare, solo oggi cominciamo a renderci conto delle ingiustizie perpetrate sulla pelle di quei poveri, sfruttati fino a che ci è fatto comodo, cacciati in malo modo quando hanno osato ribellarsi. La violenza non è mai tollerabile, ma mi chiedo chi ha subito la violenza maggiore e, peraltro, reiterata per anni.
E' qualcosa di cui dobbiamo sentirci tutti responsabili. Risuonano pesantemente le parole pronunciate da Martin Luther King "Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti", quel silenzio che inibisce la reazione al male, quel silenzio alimentato dalle nostre paure e dal nostro desiderio di "quieto vivere", ma che non ci potrà salvare e che non potremo condannare quando toccherà a noi essere ultimi.
(Domenica, 10 gennaio 2010)