Il card. Franz Koenig ai laici della sua arcidiocesi di Vienna in pieno Concilio, scriveva: “Quando avete qualcosa da dire rispetto alla Chiesa non aspettate il vescovo. Non aspettate una parola da Roma. Parlate quando pensate di doverlo fare, fate pressioni quando dovete farle. Tutte le volte che ne avete occasione informate il mondo e i cattolici. Inoltre dite anche tutto quello che il popolo e i fedeli si aspettano dalla Chiesa. In tal modo, questo processo che è nato nella speranza, non cadrà nella disillusione, ma avrà una realizzazione magnifica”.
Concordo del tutto con quanto dice il Card. Koenig. Mi resta però un piccolo dubbio: come è possibile dire tutto quello che il popolo e i fedeli si aspettano dalla Chiesa. Forse è unlapsus. Ma che cos'è questa “Chiesa” dalla quale il popolo e i fedeli si aspettano qualcosa? Non sono forse loro la Chiesa? Laici e Chiesa non sono in contraddizione o peggio ancora in contrapposizione. Il termine "laico" deriva dal termine greco "làos" che significa popolo. In realtà anche dopo il Concilio Vaticano II continuiamo a ragionare proprio in questo modo, come se la Chiesa si identificasse con la gerarchia e i semplici fedeli fossero dei semplici clienti di questa struttura. Non solo, ma ci comportiamo proprio come se le cose dovessero stare proprio così.
E allora è questa la mentalità che deve cambiare. Se la Chiesa siamo tutti noi, non bisogna chiedere nulla alla Chiesa, ma semplicemente dobbiamo assumerci ognuno le nostre responsabilità e comportarci come autentici figli della stessa Chiesa, facendo tutti i passi necessari per seguire Cristo come individui e come comunità. Questo però richiede che si sia disposti a pagare di persona. Le lamentele costano molto meno….
(Gaetano Rocca)
(Mercoledì, 14 marzo 2012)