Quel prete vaneggia, diciamolo subito. Quelle sono parole di chi non sa quel che dice, manca di senno. Ma non si può confondere la posizione di uno con quella di tutta la Chiesa, che guarda alle donne come al popolo di Dio. In realtà i sacerdoti hanno una visione della donna come tutti gli altri uomini nella nostra cultura. Ci sono i misogini, certo. Nella Chiesa come altrove. Anzi io conosco molti preti che sono più aperti verso le donne di tanti mariti nei confronti delle loro mogli. A livello personale penso che monaci e sacerdoti siano maschi come gli tutti gli altri e a volte si può avvertire una certa diffidenza verso il mondo femminile. Purtroppo a livello di istituzione storica, la Chiesa, ha il retaggio di una eredità pesante, di poco apprezzamento verso la donna: Eva, tentatrice. Donna, colei che trascina l' uomo nel peccato, "che fa sfogare la sua concupiscenza", si sosteneva nel Medioevo. Una logica che nella Casta si trascina da allora. La gerarchia, preti, vescovi,e dunque anche il Papa, sono solo uomini. Si ordinano solo maschi perché si vuole essere fedeli alla vita storica di Gesù che ha scelto di inviare come apostoli solo uomini. Cristo e la Chiesa professano uguaglianza, ma nel corpo dell' istituzione storica non c' è ancora parità fra uominie donne. Nella Chiesa di oggi c' è poco spazio per le nostre sorelle. Anche senza farle partecipare al sacerdozio ci sarebbero mille modi per coinvolgerle e di impegnarle in posti di responsabilità, invece ai vertici di molti organismi ecclesiali di donne non ce ne sono. Per loro non c' è possibilità di contare nella Chiesa, proprio perché non c' è ancora un reale riconoscimento della donna nello spazio ecclesiale. A volte si dice che sia la castità o la legge del celibato a provocare una reazione di misoginia. Io credo di no. Come gli altri in monastero, osservo i voti senza alcuna tentazione di misoginia. A Bose abbiamo delle monache, siamo cinquanta uomini e quaranta donne, e non c' è alcuna ostilità verso le sorelle. Noi viviamo insieme la preghiera e il lavoro, ora et labora, secondo la regola di San Benedetto, ma c' è distinzione di dignità tra noi. Le sorelle hanno una loro priora, un loro ordinamento, parallelo al nostro. Da questo punto di vista io come priore di Bose non interferisco. Noi condividiamo la regola, siamo uguali davanti a Dio e davanti al mondo. Ma va detto che il monachesimo è un fenomeno marginale nella Chiesa, di minoranza. È la logica della Casta che provoca la misoginia. Purtroppo il clericalismo che si è attestato dal Medioevo in poi nei secoli ha prodotto questa eredità. (testo raccolto da Elsa Vinci)
ENZO BIANCHI
(pubblicato su Repubblica il 28 dicembre 2012)