Il cuore di tutto è stato, anzi, è quella lunga litania dei nomi delle vittime innocenti della violenza mafiosa. La proclamazione di ognuno di quei nomi ha rappresentato l’elevazione al cielo di un grido di dolore che, in quella mattina d’inizio di primavera, si è trasfigurato in preghiera e nella speranza, affidata a Dio e agli uomini, che arrivi finalmente un giorno in cui quell’elenco non si allunghi più.
Il 21 marzo scorso “Libera – Associazione, Nomi e Numeri contro le mafie –“ ha celebrato a Serra San Bruno la “17^ giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.” E come nella celebrazione della Santa Notte di Pasqua, quando si proclama la litania dei Santi, la lettura, ma soprattutto la presa di coscienza, di quei nomi ci spinge a credere che non ci si può fermare alla passione, ma bisogna spingersi oltre la morte per trovare la resurrezione.
La Passione di Gesù, la sua morte cruenta e ignominiosa, racchiude in se stessa la passione di ogni vittima innocente. Le lacrime di Maria sono le lacrime di ogni mamma che perde il proprio figlio per via della violenza assassina. Ma la luce della Resurrezione ci dice che la morte, la violenza, il potere mafioso può e deve essere sconfitto e che come Chiesa siamo chiamati ad essere in “prima linea” nel combattere la “buona battaglia”, perché la fede in Cristo è incompatibile non solo con l’adesione a qualsiasi organizzazione mafiosa e criminale, ma anche con il tacere di fronte alla lesione dei diritti e della dignità di ogni uomo generata dalla violenza.
Nella Chiesa Matrice di Serra San Bruno, la mattina del 21 marzo, sono risuonate ancora alte, grazie alla proiezione del filmato, le parole che Giovanni Paolo II pronunciò il 9 maggio del 1993 ad Agrigento: “I colpevoli che portano sulle loro coscienze tante vittime umane debbono capire che non si permette di uccidere degli innocenti. Dio ha detto una volta: Non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio”. E poi ai mafiosi, “Convertitevi: una volta verrà il giudizio di Dio. Questa terra vuole la vita!”
Ogni terra vuole la vita e di vita hanno parlato i tanti ragazzi che hanno partecipato alla “celebrazione” e che con le loro parole hanno messo a nudo le coscienze spesso rilassate e rassegnate degli adulti. Alla vita si sono ispirate le riflessioni di don Maurizio Aloise, di monsignor Giuseppe Fiorillo e di don Gerardo Letizia, sollecitandoci ad una vigilanza, ad una solidarietà e ad un impegno più pieni.
(Gianfranco Mammone)
(Pubblicato sul numero di "Comunità Nuova" del 15 aprile 2012)
L'anatema di Giovanni Paolo II contro le mafie
L'intervento di Don Ciotti a Genova, in occasione della "17^ Giornata Nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie"
(Sabato, 21 aprile 2012)