“Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te: porta all’isola che non c’è”. Così inizia una nota canzone di Edoardo Bennato. Così per anni abbiamo pensato che Chiaravalle Centrale fosse un’isola felice, un posto dove vivevano solo persone che si volevano bene, gente operosa e onesti lavoratori, un luogo privo di violenza e dove la criminalità non aveva cittadinanza. E anche nell’immaginario collettivo delle comunità vicine era così. Il risveglio è stato brusco e doloroso. Il duplice omicidio di martedì scorso ha alzato il sipario su una realtà amara, assolutamente diversa da quella del sogno, e ha svelato una comunità attonita e nuda di fronte ad un atto di violenza senza precedenti.
Quello di martedì è stato però l’ultimo, il più grave, di una serie di atti criminali che da un certo tempo si succedono, ormai con regolarità, nella nostra cittadina. Possiamo partire dall’incendio al Comune, per passare agli attentati dinamitardi ad alcuni esercizi commerciali, al furto alla canonica, alle automobili bruciate. Si ha l’impressione di una vera e propria escalation.
Quell’isola non c’è più o, forse, non c’è mai stata.
(Venerdì, 1 maggio 2009)