Domenica 14 agosto, presso la piazzetta “Bellavista” di Chiaravalle Centrale, l’associazione “L’Officina:idee per la cultura” ha presentato il libro di Don Giacomo Panizza con Goffredo Fofi “Qui ho conosciuto Purgatorio Inferno e Paradiso”. Ne ha parlato con l’autore il dott. Sandro Dolce magistrato presso la Procura della Repubblica di Palmi. Don Giacomo ha spiegato subito il titolo e il senso del libro. L’inferno calabrese è rappresentato da tutte quelle situazioni ormai definitivamente compromesse, dalle quali non è possibile uscire. Il Purgatorio sono tutte quelle esperienze, anche di piccole comunità, che stanno gettando i semi per costruire un futuro di riscatto e di liberazione. Il Paradiso per Don Giacomo Panizza non sono i bei paesaggi montani e marini, ma le persone, i giovani, le donne, i gruppi che si impegnano per trasformare le loro comunità e ci riescono. Don Giacomo ha spiegato di non essere un prete antimafia, è solo che lui fa delle cose, lavora a fianco delle persone e si imbatte nella ‘ndrangheta. Un prete coraggioso? Certo, ma il coraggio non esclude il timore per la propria vita e per quella delle persone che lavorano al suo fianco. La speranza per la Calabria e i calabresi è quella che ognuno faccia bene ciò che deve fare.
E’ un libro che va “divorato”: questo il pensiero del dott. Sandro Dolce che è entrato nel merito dell’opera di Don Giacomo per sottolinearne la grande valenza culturale e sociale e soffermarsi sull’esperienza della comunità Progetto Sud alla quale è dedicata la prima parte dell’opera. Quando poi si è parlato della vicenda della confisca del palazzo dei Torcasio, dove oggi ha la sede la comunità Progetto Sud, il dott. Dolce ha spiegato come la confisca dei beni agli ‘ndranghetisti e la successiva assegnazione a scopi di utilità sociale rimane il mezzo più efficace per lottare contro i poteri criminali, perché il mafioso mette in conto di andare in carcere e sa pure che in carcere riesce a stabilire contatti e, in qualche modo, continuare a “comandare”. Ciò che non mette in conto e da cui può essere efficacemente colpito e destabilizzato è la perdita dei beni frutto delle sue attività delinquenziali e delittuose.
A Don Giacomo Panizza l’associazione “L’Officina:idee per la cultura” ha voluto consegnare una targa per ringraziarlo “del suo camminare e faticare a fianco dei calabresi”.
Nel corso della serata il commediografo Gregorio Calabretta ha ricordato la figura di Antonio Scopelliti, il magistrato calabrese assassinato il 9 agosto del 1991.
A conclusione della serata sono state premiate le poesie vincitrici della terza edizione del concorso letterario “L’Officina:idee per la cultura”che sono le seguenti:
- 1^ classificata della sezione dialettale - "U carru e u carretteri" di Francesco Mustari;
- 2^ classificata della sezione dialettale – "A lu Bar e Don Geniu" di Antonio Frangipane;
- 3^ classificata della sezione dialettale – "N'amura scunzulatu” di Salvatore Cancelliere;
- 2^ classificata della sezione in lingua italiana “…forse domani” di Marisa Provenzano;
- 3^ classificata della sezione in lingua italiana “La nostra Calabria” di Concetta Suriani Frangipane.