Da poco ho scoperto “Song of Ruth” (canzone di Rut). Si ispira alla storia di Naomi e Rut che è raccontata nell’omonimo libro biblico di Rut.
Naomi, al tempo dei Giudici, si trovava nelle campagne di Moab, dove si era trasferita da Betlemme di Giuda, a causa di una carestia, insieme al marito e ai suoi due figli. Il marito di Naomi morì e i suoi due figli sposarono Orpa e Rut due donne moabite. Morirono anche i due figli, e Naomi decise di tornare con le sue nuore a Betlemme perché aveva saputo che non si soffriva più per la carestia. Sulla strada verso la Giudea Naomi invitò le sue due nuore a tornare dalle loro madri. Orpa fece così, mentre Rut disse: “Non pregarmi di lasciarti, per andarmene via da te; perché dove andrai tu, andrò anch'io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch'io, e là sarò sepolta. Il SIGNORE mi tratti con il massimo rigore, se altra cosa che la morte mi separerà da te!. Naomi acconsentì al desiderio di Rut e tornarono insieme a Betlemme. Qui il Signore le benedisse, un uomo di nome Boaz sposò Rut ed ebbero un figlio che chiamarono Obed, che fu il padre d’Isai a sua volta padre del re Davide. Non solo, il Vangelo di Matteo, al capitolo 1, colloca Rut nella genealogia di Gesù. Che cosa meravigliosa e rivoluzionaria, donna e “straniera”, Rut entra nella storia della redenzione, perché Dio non fa alcuna distinzione tra uomini e donne, tra nero, bianco o giallo, tra indigeni e stranieri. Dio guarda solo al cuore delle persone, abbassa i potenti e i prepotenti, innalza gli umili. In fondo Rut non aveva chiesto niente a Naomi né Naomi le aveva fatto alcuna promessa. Si è semplicemente fidata e affidata.
Il Rotolo (la Meghillot) di Rut è tuttora particolarmente importante per gli ebrei e viene letto durante la festa delle Settimane o di Pentecoste, che è una festa di ringraziamento al Signore che si celebra tra il 15 maggio e il 14 giugno di ogni anno.
(Lunedì, 6 aprile 2021)