Nelle briciole della mia povera fede non ho mai smesso di pormi delle domande. Anche durante il mio viaggio in Israele-Palestina nel 2015, ripercorrendo i luoghi in cui è passato e ha operato Gesù, mentre provavo una gioia immensa di trovarmi lì, le domande si rincorrevano in maniera vorticosa. Ogni volta che leggo e rileggo gli evangeli gli interrogativi si riaffacciano inevitabilmente. La fede mi aiuta a trovare risposte che però sono sempre parziali e incomplete, perché il mistero di Dio è più grande di ogni conoscenza umana. Ma, se io al tempo di Gesù lo avessi "incrociato" da che parte sarei stato? Dalla parte dei farisei, dei sadducei, degli scribi, dei sommi sacerdoti, insomma del conformismo dentro il quale rischiamo di cadere anche ai giorni nostri? Dalla parte di Pilato, ossia del potere cinico e violento? Dalla parte esitante dei discepoli, fuggiti per la paura al momento dell'arresto? Avrei avuto timore come Pietro, rinnegandolo miseramente? Sarei stato incredulo davanti all'annuncio della tomba vuota e della resurrezione da parte delle donne? O, me ne sarei "innamorato" profondamente come Maria Maddalena? E' poi un fatto che la prima vera confessione di fede, immediatamente dopo la sua crocifissione, fu di un "pagano", "Il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio dicendo: «Veramente, quest'uomo era giusto» (Luca 23, 47). Il cammino di Gesù e la sua sequela ci interpellano profondamente ogni giorno e ogni giorno siamo chiamati a scegliere da che parte stare.
(Domenica, 1 novembre 2020)