“Perché l'Italia non cada in braccio ai comunisti, è meglio che muoia un uomo solo piuttosto che tutta la nazione perisca".
Alla faccia dei “valori non negoziabili”: la curia romana come il sinedrio di Caifa. Questa é la sconvolgente verità che é emersa il 9 maggio nel corso di una celebrazione eucaristica in memoria di Aldo Moro. Ne prendiamo atto come l’ennesima conferma che la chiesa cattolica é un sistema di potere secolare allergico e refrattario a qualsiasi autentico cambiamento, sempre pronto, sempre dopo però, a stracciarsi le vesti e magari ad innalzare agli onori degli altari i malcapitati martiri. Leggere per credere, parola del mons. Luigi Bettazzi.
“Cari Amici,
infine, dopo 40 anni, è stato pagato il riscatto per Moro. Tale è il significato della celebrazione ecclesiale avvenuta a San Gregorio al Celio nel quarantesimo anniversario della sua morte cruenta: quel riscatto di cui Moro aveva preservato la legittimità nella legislazione del Paese, come ci racconta Cristiano Zironi, e che invece era stato impedito quando si trattava di riscattare la sua vita dalle mani delle Brigate Rosse. E non solo era stato impedito il riscatto (Paolo VI aveva fatto raccogliere 10 miliardi), ma era stata considerata preferibile la sua morte, in base alla sentenza di Caifa, ripetuta in quei giorni nelle stanze della Segreteria di Stato di Sua Santità: "perché l'Italia non cada in braccio ai comunisti, è meglio che muoia un uomo solo piuttosto che tutta la nazione perisca". È ciò che risulta dalla testimonianza del vescovo mons. Luigi Bettazzi, che ha presieduto l'eucarestia a San Gregorio, che don Innocenzo Gargano ha ricordato durante l'omelia. Certo, era una parola della Curia, non della Chiesa (il "ministro degli esteri" vaticano che lo disse a Bettazzi era allora il cardinale Villot, non ancora segretario di Stato), e tuttavia è il lampo di verità che illumina tutto il buio (i cosiddetti "misteri") del sequestro e dell'assassinio di Aldo Moro, e che dice, non per via di deduzione politica o storica, ma a viva voce e a chiare lettere, che l'intero sistema di opinione e di potere, interno ed estero, in cui avvenne il dramma, di fatto sposava la tribale sentenza di Caifa e del Sinedrio sul sacrificio necessario di Moro.” (Fonte: Newsletter chiesadituttichiesadeipoveri n. 89 dell’11 maggio 2018)
(Domenica, 13 maggio 2018)