Prima di capodanno ho guardato "Dunkirk", il film di Christopher Nolan che racconta l'evacuazione dalla spiaggia francese, nel maggio 1940, di migliaia di soldati inglesi assediati dai tedeschi. A parte l'assoluta "bellezza" cinematografica, mi sono intristito al pensiero di quei giovani (molti dei quali avevano pressapoco l'età di mio figlio), intrappolati come dei topi, che tentavano ogni espediente pur di sopravvivere e di come quell'Europa fosse davvero "matrigna", perché condannava milioni di persone alla morte sotto le armi e le sue città alla distruzione. Almeno questo nell'Europa di oggi non c'è più. Ci sono però volute due sanguinose guerre mondiali. Oggi, abbiamo la personale responsabilità di fare tutti qualcosa perché quell'oscurità, quell'onda nera non ritorni, perché nessuno dei nostri ragazzi debba morire su un campo di battaglia, per ordine di qualsivoglia potente. So anche che questo non basta, perché abbiamo bisogno di un'Europa ancora più solidale, nella quale libertà e uguaglianza possano davvero, nella sostanza, avere finalmente la meglio su ogni egoismo e tirannia. Proprio per questo non possiamo tirarci indietro, perché la storia è fatta di processi, di grandi passi in avanti e anche di miseri passi all'indietro, e noi siamo in mezzo ad un processo che dovrà portarci ad un'Europa svuotata da ogni sfruttamento, un'Europa felice, accogliente e inclusiva, maestra di Pace e di nonviolenza non solo nei confronti di se stessa, ma anche di tutti gli altri popoli, soprattutto dei più deboli. Dipende anche da ognuno di noi.
(Martedì, 2 gennaio 2018)