Il risultato del referendum del Regno Unito é un vero disastro politico, economico e sociale. Su di esso hanno soffiato e soffieranno i più beceri populismi, fascismi e nazionalismi anche di casa nostra. Non ci può, però, nascondere sul fatto che questi signori hanno e avranno buon gioco nello "sfruttare" le paure e la crisi che la UE non ha saputo gestire se non nei termini di una sciocca austerità e anche in modo "punitivo" nei confronti di alcuni paesi (come la Grecia). Ma io voglio sperare che l'Unione Europea possa ancora essere il luogo della pace (grazie ad essa ne abbiamo goduto per settanta anni), il luogo delle libertá e dei sogni, il luogo immaginato e prefigurato a Ventotene da Altiero Spinelli (nel pieno dei regimi e dei crimini fascisti e nazisti), un luogo in cui i nostri giovani possano viaggiare, studiare e lavorare liberamente (i giovani inglesi hanno votato decisamente per rimanere), un'Europa dei diritti e delle opportunità, dove nessuno resti indietro, un'Europa della solidarietà e della convivenza pacifica e dignitosa. Per questo ci vuole più Europa e non meno, ci vuole un'Europa più forte politicamente, con un Parlamento che possa davvero decidere, ci vogliono dei leaders che siano davvero degli Statisti, come quelli che hanno preparato e firmato i Trattati di Roma del 1957. L'auspicio è che Brexit si trasformi in una presa di coscienza, in un sussulto di orgoglio non per andare via, ma per sentirci più europei. Siamo responsabili del nostro comune destino. Per secoli ci siamo combattuti gli uni contro gli altri armati. Non facciamo riavvolgere la storia indietro.
(Venerdì, 24 giugno 2016)