So che è compito del cristiano interpretare i segni dei tempi con i quali l'homosfera e l'ecosfera lanciano segnali allarmanti di sofferenza e debolezza.
So che gli enormi sprechi delle feste patronali, "che si fanno in nome dei santi o col pretesto di onorarli" (mons. Tonino Bello), sono un lampante esempio di egoismo comunitario.
So che nel mondo i poveri attendono scelte individuali e collettive di rottura con il passato e di cambiamento che vanno fatte "adesso".
Perciò, chiedo ai parroci e ai Comitati Feste Patronali delle città d'Italia di:
EVOLVERE le feste patronali dallo spreco alla sobrietà compassionevole, destinando ogni anno almeno il 10% (l'ideale sarebbe il 50%) delle spese per le attività tradizionali della festa patronale (fuochi d'artificio, luminarie, bande...), alla realizzazione di impianti fotovoltaici sul tetto delle parrocchie, che produrrebbero energia elettrica rendendosi energeticamente
autosufficienti. Di anno in anno si estenderebbe il progetto alle strutture pubbliche del paese.
AVVIARE un'opera permanente di restituzione ai poveri, attraverso progetti sociali di autosviluppo nei Paesi del Terzo Mondo, utilizzando i soldi spesi abitualmente per pagare l'energia elettrica che le parrocchie e gli enti pubblici risparmierebbero. Questa proposta rappresenta una innovazione nella tradizione che unisce gli ideali altissimi della giustizia sociale, pace mondiale ed ecologia profonda.
Per sottoscrivere l'appello inviare un'e-mail con nome, cognome e città a:
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Per leggere il testo completo dell'appello
"Meno fuochi d'artificio, più compassione!":
www.peacelink.it