Ogni tanto ci viene da sperare che l’Italia sia un Paese davvero libero, un Paese affrancato da “potenze” esterne, dai poteri che non guardano davvero al senso vero della vita e alla stessa misericordia di cui si riempiono la bocca, poteri disumani e cinici, che antepongono la dottrina all’amore. Poi arriva la sentenza della Corte Costituzionale di ieri per ricordarci che la libertà di autodeterminare il limite oltre il quale la nostra sofferenza si trasforma in una tortura, in una violenza alla dignità umana, non spetta a noi, ma la decisione sui nostri patimenti è rimessa ad alti prelati che predicano ogni mercoledì tra mura protette. Dobbiamo soffrire sino allo sfinimento, sino ad essere prosciugati da ogni parvenza di umanità. Amen!
(Mercoledì, 16 febbraio 2022)