Io spero che Saman Abbas sia ancora viva, che qualcuno/a abbia avuto il coraggio di metterla in salvo, che sia in qualche modo riuscita a fuggire. Mi colpisce la reticenza a parlarne da parte di chi si è posto/a sempre dalla parte dei migranti, come se temesse di apparire fuori luogo, di non essere in linea con i propri valori dell’accoglienza, quasi fosse un tabù. Invece, proprio per la coerenza con la nostra visione di una società aperta e libera, dobbiamo dirlo chiaramente che chi compie atti così atroci è un criminale della peggiore specie, anche perché non è la prima volta che episodi del genere si verificano. È qualcosa di aberrante anche solo pensare che tutta una famiglia abbia concorso a un "delitto d’onore" così efferato. E dov’è l’onore? Dov’è l’onore delle infibulazioni e di ogni genere di abuso? Ci dovrebbe essere solo il disonore, lo stigma civile e sociale per chi costringe a queste pratiche di violenza. Non c’è neanche la “giustificazione” religiosa perché il Corano vieta i matrimoni combinati e i femminicidi. Tali azioni sono “frutto” di pratiche tribali alle quali spesso acconsentono altre donne della famiglia. Allora diciamolo chiaro, se abbiamo fatto passi da gigante nel campo dei diritti umani, tali diritti devono valere per tutte e tutti. Lo Stato, inteso come istituzione, dovrebbe impegnarsi di più a tutelarli, noi a denunciarli e a creare un cordone di protezione intorno alle potenziali vittime.
(Venerdì, 11 giugno 2021)